Javier Goyeneche

Questo blog sta diventando ciò che speravo diventasse, cioè, tra le altre cose, un punto di incontro tra designer e marchi che condividono la stessa filosofia green. Succede quindi che una designer di calzature vegane come Paola Caracciolo, intervistata a settembre, mi ‘presenti’ l’eco-marchio spagnolo di abbigliamento e accessori Ecoalf, di cui è fondatore e presidente Javier Goyeneche.

Non voglio parlare troppo di questo brand, perché spetta a Javier farcelo conoscere, insieme alla sua mission molto speciale.

Allora Javier, devo ammettere che prima che Paola Caracciolo ti nominasse, non conoscevo il tuo marchio, che è stata una piacevole scoperta. Ti andrebbe di raccontare, per me e per i lettori di eco-à-porter, quando e come è nato? Da dove viene il desiderio di creare un marchio eco?

Ecoalf è nato nel 2009; ne ho sviluppato il concetto dopo la nascita di mio figlio Alfredo (l’azienda porta infatti il suo nome), mentre riflettevo sul mondo che lasceremo alle future generazioni e sulla mia frustrazione per l’uso eccessivo delle risorse naturali del pianeta. L’idea era di creare un marchio di moda che fosse veramente sostenibile; con l’integrazione di tecnologie d’avanguardia abbiamo creato abbigliamento e accessori realizzati interamente con materiali riciclati … che non li richiamano realmente.

L’obiettivo era infatti quello di creare la prima generazione di prodotti riciclati con le stesse qualità, design e proprietà tecniche dei migliori prodotti non riciclati per dimostrare che non è necessario utilizzare indiscriminatamente le risorse naturali. Non possiamo vivere sulla Terra come se avessimo un altro Pianeta su cui andare una volta rovinato questo.

Ecoalf si basa su tre aspetti fondamentali: innovazione e tecnologia + sostenibilità + design. Tecnologia, ricerca e sviluppo sono essenziali in un’azienda come la nostra; al momento abbiamo all’attivo oltre 14 partnership in tutto il mondo (Portogallo, Spagna, Taiwan, Corea ….) che permettono di sviluppare continuamente tutti gli elementi necessari per produrre con materiali riciclati. E il marchio continua a investire in sofisticati processi di riciclo per rimanere leader del mercato.

Questa cosa che il marchio prende il nome da tuo figlio è davvero carina 🙂

Nel tuo profilo aziendale sono riportati alcuni “slogan” o “dichiarazioni” che ritengo siano uno dei modi migliori per presentare mission e priorità, ad esempio la dichiarazione di Terry Swearingen ‘Viviamo su questo pianeta come se ne avessimo un altro su cui andare’. Invece sappiamo bene che non esiste un pianeta B, come hai appena detto tu stesso. Cosa fa Ecoalf per vivere su questo pianeta, che è l’unico che abbiamo?

Ecco, questo è esattamente il motivo per cui è nato Ecoalf, perché ho deciso di agire. Non si tratta di raccontare fatti ma di farli, i fatti, con il nostro progetto ‘Upcycling the Oceans’ stiamo lavorando con oltre 3.000 pescatori che raccolgono i rifiuti che stanno distruggendo i nostri oceani, convertendoli in prodotti di alta qualità.

Giacca Ecoalf da reti riciclate – courtesy of Ecoalf

Crediamo nella moda che fa la differenza. La moda non è solo un fatto estetico. Si tratta anche di fare ciò che è giusto e sentirsi bene a riguardo, nel rispetto delle persone e del pianeta. Dedichiamo molto tempo a tenere conferenze, ad andare nelle scuole in giro per il mondo e i nostri discorsi hanno lo scopo di informare ed educare le persone su ciò che sta succedendo e sulla necessità di agire. Questo è molto importante per noi, essere cioè in grado di sensibilizzare sulla situazione del nostro pianeta e degli oceani e su come è necessario ripensarci e fare le cose in modo diverso. Speriamo che in un prossimo futuro la nostra visione e i nostri sforzi incoraggeranno gli altri a muoversi sullo stesso percorso, con l’emergere di marchi più sostenibili che determineranno un compromesso globale verso il riciclo e la sostenibilità. Ovvero pensare micro e agire macro.

Abbiamo bisogno di una nuova generazione di marchi alla ricerca di nuovi modi per migliorare l’impatto sull’ambiente e che sappiano creare al tempo stesso un prodotto eccezionale. Recentemente abbiamo ricevuto anche la certificazione B Corp ™, proprio per l’impegno di Ecoalf con le persone e il Pianeta.

Un altro dei tuoi slogan: ‘il caffè non è solo da bere, ora puoi indossarlo!’ Interessante! Potresti dirmi di cosa si tratta?

Coffe is not only for drink! – courtesy of Ecoalf

Con piacere! Tutto inizia con una tazza di caffè. I fondi di caffè rimasti vengono raccolti da vari ristoranti e negozi; naturalmente sono ancora umidi, quindi il primo passaggio, quando vengono portati all’impianto di riciclaggio, è quello di asciugarli. Nella seconda fase, i fondi subiscono un processo durante il quale viene estratto l’11% di olio. Ciò è necessario per far sì che i fondi possano legarsi con diversi materiali. Quindi il caffè ottenuto viene macinato fino a raggiungere una dimensione di nano-polvere che viene poi divisa in ‘lotti’ per essere miscelata con poliestere riciclato o polimeri di nylon riciclato per ottenere del filato. Quando si mescola ai capi, offre grandi vantaggi come il controllo degli odori, l’asciugatura rapida, la protezione dai raggi UV.

È davvero fantastico Javier! So che Ecoalf ha anche anche un Manifesto: ‘Tras(h)umanity. Di cosa tratta?

Sì, è il nostro Manifesto: accettando il mondo così com’è, possiamo cominciare a cambiarlo, pensando a nuovi modi per aggiustare la realtà. Aggiustarla in modo utile e intelligente. Tras(h)umanity riguarda il riconoscere gli sprechi ed è un concetto paradossale. Proprio come il 21° secolo. Proprio come noi. È fondamentale porre fine all’inquinamento infinito dell’ambiente. Ecoalf non è contento di questa situazione e vuole fare la differenza. Le nuove tecnologie ci consentono di farlo rivoluzionando il concetto di materia prima.


Trash is the good news – courtesy of Ecoalf

Tras (h)umanity accetta che i rifiuti saranno sempre parte della nostra specie. Cerchiamo una nuova generazione di consumatori con maggiore consapevolezza ma che restino comunque fedeli ai propri valori estetici. Creiamo oggetti che rendono la vita più piacevole senza danneggiare ulteriormente il nostro rapporto con l’ambiente e lo facciamo cancellando parte della nostra impronta ambientale che macchia il mondo. Ecoalf desidera condividere la sua passione per i prodotti belli e utili che puliscono il mondo.

Prima hai parlato del progetto “Upcycling the Oceans”. Vuoi dire qualcosa di più a riguardo?

Certo. Ecoalf, attraverso la propria fondazione, ha intrapreso il progetto fino ad oggi più ambizioso: ‘Upcycling the Oceans’ (UTO), un’avventura mondiale senza precedenti che aiuterà a rimuovere i rifiuti dal fondo degli oceani grazie al sostegno dei pescatori. Il progetto raccoglie la spazzatura che sta distruggendo i nostri oceani e la trasforma in filato di alta qualità per produrre tessuti e prodotti. UTO è iniziato sulla costa mediterranea di Levante, in Spagna, nel 2015 e oggi abbiamo oltre 3.000 pescatori con 547 barche da pesca che raccolgono oltre 250 tonnellate di rifiuti dal fondo dell’oceano.


Giacca Ecoalf ottenuta dalle bottiglie di plastica – courtesy of Ecoalf

Con le bottiglie di plastica raccolte, produciamo filati di alta qualità con cui abbiamo sviluppato tra l’altro il nostro ultimo progetto ‘Ocean Waste Footwear’, una sneaker realizzata con circa cinque bottiglie di plastica e una suola fatta di alghe, seguendo una filosofia zero rifiuti sia nello sviluppo che nella progettazione e nella produzione. Alla luce del successo ottenuto in Spagna, stiamo lavorando con il governo thailandese per replicare UTO in cinque isole e trasformare quella plastica in una collezione di costumi da bagno primavera/estate 2019! In Thailandia abbiamo il supporto dei pescatori locali, dei subacquei e dei volontari che si uniscono alle pulizie della spiaggia.


CS Ocean Waste Sneakers Ecoalf – courtesy of Ecoalf

‘Upcycling the Oceans’ ha l’obiettivo di essere replicato in tutto il mondo, contribuendo a educare e sensibilizzare sulla situazione drammatica degli oceani ma al momento ci stiamo concentrando sul Mediterraneo.

Siamo alla fine di questa intervista e dal momento che questa rubrica è concepita in modo che l’intervistato indichi il prossimo ospite, chi sarà?

Nomino Clare Press, Sustainability Editor-at-Large di Vogue Australia, ha appena pubblicato il libro ‘Rise & Resist’.

Ottimo Javier, grazie mille! Conosco Clare, ho avuto il piacere di scambiare con lei qualche battuta riguardo al suo testo sull’inquinamento degli oceani uscito nel #3 della Fashion Revolution fanzine.

Quindi, alla prossima con Mrs Press !!!

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