Gucci S/S 19 - @IMAXtree.com

Se avessi dovuto fare una classifica dei marchi del lusso più sostenibili, non credo avrei messo Gucci ai primi posti, invece mi devo ricredere. Perché è di pochi giorni fa la notizia, data da Corporate Knights nell’ambito del World Economic Forum di Davos, conclusosi il 25 gennaio scorso, che la maison italiana, che fa parte del gruppo del lusso globale Kering, è la seconda corporation più sostenibile al mondo, la prima in ambito ‘fashion’.

La Corporate Knights’ Global 100 Index è una classifica che rappresenta un barometro per la sostenibilità aziendale, quindi non tocca solo il settore moda ma tutti i gruppi industriali del mondo, tanto che il primo posto se lo è aggiudicato la società danese del food Chr. Hansen Holding.

Ma Gucci, l’avreste mai detto? In realtà è tutto il gruppo Kering che opera da anni per e nella sostenibilità, con iniziative ambientali e sociali che riguardano investimenti in startup, utilizzo di un tessile eco-friendly e lo studio di nuove fibre. E Gucci, che è uno dei portabandiera della holding, ne riflette la filosofia, con il suo presidente e CEO Marco Bizzarri che ha dichiarato: “lavoriamo sulla sostenibilità da così tanto tempo e a un certo punto ci siamo resi conto che le nostre azioni dovevano essere meglio comprese all’interno e all’esterno dell’azienda”.

A questo scopo è nato l’estate scorsa ‘Gucci Equilibrium‘, un portale dedicato a spiegare e fornire aggiornamenti sulle pratiche sociali e ambientali del marchio con link diretti alle policy dell’azienda e del gruppo nel suo complesso.

‘Equilibrium’ perché rappresenta l’unione tra etica ed estetica, una sorta di bilanciamento in cui si raccolgono principi, intuizioni e ambizioni definiti come ‘culture of purpose’.

Effettivamente sul sito si trova davvero tutto, dalle scelte fatte finora da Gucci ai programmi per il futuro: in materia di politica ambientale sono elencate ad esempio prestazioni, materie prime, gestione dei rifiuti e del packaging e la questione ‘fur-free’ che a noi di eco-à-porter sta molto a cuore. Il marchio ha bandito le pellicce naturali a partire dalle collezioni 2018 e collabora con Panthera, un’organizzazione no profit che si dedica alla salvaguardia dei felini selvatici.

‘Equilibrium’ dà spazio poi anche agli aspetti legati ai lavoratori coinvolti in tutta la catena di fornitura, al valore dell’artigianato e al futuro con progetti come Gucci ArtLab, sorta di laboratorio dove si cercano e creano idee nuove per, appunto, un futuro migliore.

Ok, Gucci ci ha convinto ma noi continuiamo a tenerlo d’occhio, come tutti i marchi del lusso che stanno prendendo strade sostenibili. Che mantengano la retta via!

 

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