courtesy of Aniela Parys

Aniela Parys. Non sembra il titolo di un film? Magari di una pellicola d’autore dalle atmosfere vintage, con la protagonista, Aniela, che parte, mettiamo caso, dall’Oregon, Usa, per approdare nella vecchia Europa e fare fortuna con una propria casa di moda. Potrebbe essere una storia adatta a ogni epoca e anche un copione cinematografico avvincente, se non fosse che Aniela Parys esiste veramente, è una designer, viene da Portland, Oregon e vive a Barcellona, dove ha un brand, che porta il suo bel nome, di lingerie, swimwear e abbigliamento. Aniela, che lavora nella moda da quando era molto giovane, ha sempre saputo che voleva avere un proprio marchio, su cui ha cominciato a lavorare quando viveva ancora a Portland e che ha poi lanciato quando si è trasferita in Spagna nel marzo 2015.




Aniela Parys l’ho scoperto su Instagram, come altri marchi di cui ho parlato nel blog ma stavolta ci ha messo lo zampino mia sorella che me l’ha segnalato e che ringrazio🙏🏻; mi ha colpito per la naturalezza delle immagini in cui le modelle, a loro agio nei propri corpi magri e abbondanti, tonici e meno tonici, tatuati e non, sono ritratte spesso all’aperto, in mezzo a campi di grano o prati fioriti, su scogli a picco sul mare oppure su terrazze tra panni stesi o in interni intimi e luminosi, tra lenzuola sfatte e piante ornamentali. E questo, secondo me, dà già una certa idea del tipo di stile e di concetto che il brand vuole comunicare: il fatto a mano, la spontaneità, l’utilizzo di materiali naturali come cotone e lino e poi tante altre cose che Aniela stessa mi racconta via mail.

“Sin dall’inizio del mio lavoro” spiega Aniela “sono stata fortemente influenzata dal movimento della slow fashion (che è l’esatto opposto della fast fashion N.d.A.); crescendo in Oregon, già dalla tenera età sono stato esposta alla miriade di informazioni sull’industria della moda e su quanto possa essere dannosa per le persone e l’ambiente in tutto il mondo. Il mio scopo è quindi sempre stato quello di offrire un’alternativa e cambiare il modo in cui la gente pensa all’abbigliamento. Per esempio, i nostri materiali sono principalmente fibre naturali come cotone e lino e tessuti provenienti da rimanenze di magazzino, il che significa che sono stati scartati dalle grandi produzioni aziendali”.

 

Un’altra delle caratteristiche che Aniela sottolinea del proprio marchio è il supporto artistico che ci sta dietro e che lei stessa considera, a ragione, un punto di forza. Per ogni collezione il brand ricorre a collaborazioni con artisti che aggiungono valore e impatto sia al capo che all’intero contesto; scenografia, fotografia, videografia sono tutte discipline cui la designer attribuisce, giustamente, uguale importanza perché intervengono, ognuna in modo diverso, a perfezionare l’immagine del prodotto ma anche il messaggio legato a esso. Credo che finora Aniela ci sia riuscita bene, perché sono state proprio le immagini del suo profilo a colpirmi alla stregua di piccole opere d’arte. Aniela si augura di poter creare col tempo una piattaforma che supporti altri artisti e di trovare un modo per catturare i momenti speciali che crea con loro per presentare le proprie collezioni. Io credo che il modo, Aniela Parys, l’abbia già trovato.

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