Un frame dal corto #WhoMadeMyClothes

Eco-à-porter non si stanca mai di parlare di Fashion Revolution, stavolta per dare un’ottima notizia che riguarda il premio vinto come Best Green Fashion Film Award all’ultimo Fashion Film Festival di Milano, conclusosi da poco.


Courtesy of Fashion Film Festival Milano – fashionfilmfestivalmilano.com


Diretto da MJ Delaney e prodotto da Futerra, agenzia internazionale che opera nel campo della sostenibilità, #WhoMadeMyClothes, della durata di 1 minuto e 54 secondi, mette insieme le storie delle persone invisibili che fanno i nostri vestiti in tutto il mondo, con il fil rouge di una danza ispirata alle diverse culture: c’è l’Africa, c’è l’India, c’è la Cina e poi ci siamo noi, l’Occidente, che chiede appunto #chihafattoimieivestiti? (#whomademyclothes?).

I protagonisti del corto ballano ognuno un diverso tipo di danza che, su uno sfondo spoglio, mette in evidenza la fatica, la lotta quotidiana, le sofferenze che ognuno di loro affronta all’interno della filiera produttiva che porta alla realizzazione di un abito o di un accessorio che  andrà poi a riempire negozi e catene del mondo occidentale.

È un messaggio potente che non porta solo alla visualizzazione di storie umane che resterebbero altrimenti sconosciute ai più ma anche e soprattutto a chiedersi come può, ognuno di noi, contribuire per essere agente attivo di quella rivoluzione che pone ai marchi internazionali la domanda #whomademyclothes?

Uscito all’inizio della Fashion Revolution Week il 23 aprile scorso in memoria delle 1.134 persone che persero la vita nel crollo dell’edificio commerciale di Rana Plaza in Bangladesh, il film ha lo scopo non solo di risvegliare le coscienze ma anche di far conoscere al pubblico più giovane, globale, amante della moda e frequentatore assiduo della rete e dei social, le vite e i destini delle persone che compongono la catena di approvvigionamento nell’industria della moda. La speranza è che gli spettatori facciano qualcosa a riguardo, informandosi e informando a loro volta, oltre a partecipare ad azioni che coinvolgano i loro marchi preferiti.

La musica del cortometraggio, appositamente scritta da Richie Fermie, trae ispirazione in ogni scena dalla parte del mondo rappresentata e dai suoni legati ai metodi di produzione utilizzati dai personaggi. Infine, ogni scena si unisce all’altra, dimostrando come queste persone separate e disparate siano tutte collegate da una stessa catena e da una stessa sofferenza.

Il film #WhoMadeMyClothes lo potete vedere qui sotto e vi invito a condividerlo affinché anche chi non sa o non vuol sapere, sappia. Grazie. E non smettete mai di chiedere: #chihafattoivostrivestiti.

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